La fuga di cloro dallo stabilimento Solvay di martedi 11 agosto è solo l’ultimo gentile omaggio della multinazionale belga alla popolazione e al turismo. Centinaia di bagnanti hanno dovuto fuggire dalle spiagge in un ampio tratto tra Lillatro e Caletta, in preda a bruciore agli occhi e senso di soffocamento. Più che di “fuga” si dovrebbe parlare di “scarico intenzionale”. Ormai è una consuetudine: nel periodo feriale vengono attuate manovre “di fermata” o di riduzione della produzione di vari impianti, manovre che si risolvono nell’emissione in aria o in acqua (Fosso bianco e quindi in mare) di sostanze tossiche in aggiunta a quelle costantemente scaricate.
Prima di questa, tra le altre ricordiamo la grande fuga di cloro del 13 agosto 1987, a causa della quale si stava per attivare l’evacuazione della popolazione di Vada, in particolare dei campeggiatori, con i pullman ATL. O la moria di pesci in mare del 19 giugno 2007, dovuta ad un massiccio scarico di ammoniaca. Se a questi gentili omaggi aggiungiamo le centinaia di tonnellate di mercurio che sono ancora alle spiagge bianche, le centinaia di tonnellate di polveri sottili emesse dalle due recenti centrali elettriche turbogas, il nuovo sottopasso da cui non possono passare gli autobus, perchè condizionato dal binario di manovra Solvay (oltre che dalla subalternità e l’incapacità del comune), l’acqua che manca alla popolazione, perchè la consuma quasi tutta Solvay, il mega progetto di terminale di rigassificazione, con il traffico di 150 grandi navi gasiere manovrate da rimorchiatori ogni anno, Il quadro è completo: sempre meno occupazione, sempre più intollerabile l’impatto ambientale. CecinaRosignanoSocialForum, Medicina Democratica, Comitato per la consultazione popolare sul terminal gas |