Lo stress lavoro-correlato è tra le cause di malattia più comunemente riferite dai lavoratori (Fondazione Europea, 2007) e colpisce più di 40 milioni di persone nell'Unione Europea, ovvero circa il 22% dei lavoratori. Con un costo di oltre 20 milioni.
Lo riferisce L'Ispesl (Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro) che ne discuterà nel corso della 9 conferenza dell' 'European Academy of Occupation Health Psycology'. Dagli studi condotti intanto emerge che una percentuale compresa tra il 50% e il 60% di tutte le giornate lavorative perse è riconducibile allo stress.
È stato stimato che il costo relativo allo stress lavoro-correlato è di 20 milioni di euro annui. In un recente studio del European Heart Journal è stato stimato che solo il trattamento sanitario del disturbo depressivo collegato allo stress incide direttamente sull'economia europea con un dispendio pari a 44 miliardi di euro e indirettamente, in termini di calo di produttività, con una perdita pari a 77 miliardi di euro (Cooper, 2009).
I grandi cambiamenti nel mondo del lavoro, a partire dell'introduzione di nuove tecnologie fino alla diffusione di nuove forme contrattuali flessibili, oltre a portare un profondo mutamento dell'organizzazione del lavoro, hanno introdotto anche nuovi rischi lavorativi. Le cause di insorgenza di stress sono da attribuire ad uno squilibrio cognitivamente percepito tra gli impegni che l'ambiente fisico e sociale impone di fronteggiare e la propria capacità di affrontarli; quando si sperimenta una condizione di questo tipo nella realtà lavorativa si parla di stress-lavoro correlato.
La ricerca nel settore ha mostrato che le cause dello stress lavoro-correlato sono molteplici, ma riconducibili principalmente alla tipologia di professione, all'organizzazione del lavoro ed al modo in cui sono gestite le risorse umane nel contesto lavorativo.
Partendo da questi dati l'Ispesl, in collaborazione con l'Agenzia Europea per la Sicurezza e Salute sul Lavoro, l'Istituto ha organizzato la nona Conferenza Europea dell'Accademia della Psicologia del Lavoro. Tre diversi momenti di incontro, 29-31 marzo, per riflettere sulla gestione dei rischi psicosociali in Italia e in Europa.
Fonte: Ansa
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