La trasmissione di REPORT sulla sanità, ha mostrato una verità più che scomoda preoccupante: la sanità pubblica, o per scelte di sistema o per ignoranza, tra corruzione e sprechi di ogni genere, sembra avviata al peggio, ovvero verso un sistema prevalentemente o totalmente privatizzato. Il sistema dei DRG, che prevede il finanziamento delle strutture in funzione delle prestazioni effettuate, ha il suo maggior limite in sé stesso per la spinta a fornire prestazioni inappropriate, poiché fa della prestazione il centro dell’iniziativa sanitaria (che ne è della prevenzione?).
REPORT ha mostrato anche come il sistema sanitario della Lombardia, che si autoconsidera il più avanzato, stia in piedi per condizioni storiche, piuttosto che per la sua attuale impostazione. La trasmissione ha però fatto intendere che il problema sono i controlli. Per verificare qualche milione di cartelle cliniche all’anno è necessario avere un apparato tecnico e amministrativo di una dimensione e di un costo impossibili. È possibile invece sperimentare un sistema che non richiede controlli: un sistema che paga la salute al posto di quello (drg) che paga la malattia. Un sistema a budget, fondato sulla quota capitarla fortemente pesata per età e con verifica dei risultati: migliori condizioni di salute per la popolazione (meno malattie e più longevità in buono stato di salute) e soddisfazione misurabile dei cittadini utenti. Infine, è certamente inaccettabile che vi sia una possibilità per gli operatori di esercitare la libera professione anche fuori dal sistema pubblico, ma lo è ancor di più che operatori pubblici svolgano un’attività privata all’interno della struttura pubblica. Fulvio Aurora Medicina Democratica |