Il digiuno azzera gli effetti negativi della chemioterapia. Lo rivela lo strabiliante studio di un'equipe della University of Southern California guidata dal biologo italiano Valter Longo, l'ennesimo cervelloin fuga dall'Italia destinato al successo. Il professor Longo ha cominciato la sua ricerca 4 anni fa, ed oggi ha raggiunto risultati clamorosi pubblicati dalla rivista scientifica "Proceedings of the National Academy of Sciences".
Il trattamento per ora in fase sperimentale è stato sottoposto solo a topi da laboratorio, ma con risultati sorprendenti. "Nonostante le differenze tra l'organismo degli umani e quello dei topi, il principio base deve funzionare perché il comportamento delle cellule è simile nei due organismi" spiega Longo. La chemio provoca ricadute pesanti perché attacca indistintamente cellule cancerose e cellule sane. La medicina ha tentato finora di modificarla affinché la terapia riconosca le cellule da attaccare. Sebbene non si conoscano ancora i passaggi di questa nuova cura, il principio base è differente: il digiuno causa uno stress alle cellule sane che permette loro di fortificarsi. Una volta divenute più resistenti le cellule sane accusano meno l'aggressività della chemio, che a questo punto ha effetto solo sulle cellule malate. Inoltre la chemioterapia aggredisce soprattutto le cellule che si riproducono velocemente, come quelle cancerose; un digiuno permetterebbe alle cellule sane di bloccarne momentaneamente la riproduzione, così da evitare l'aggressione della chemioterapia. La cura sperimentata da Longo alterna periodi di digiuno sotto chemioterapia a periodi in cui si riprende peso e la cura è sospesa. Dopo due giorni di digiuno i topi perdevano il 20% di peso che riacquisivano nei 4 giorni successivi nonostante fossero sottoposti a dosi medicinali 3/4 volte superiori alla massima consentita per l'uomo. I topi non hanno accusato nessun segno di dolore e stanchezza, e su 28 cavie totali una sola è deceduta, mentre tutte le altre sono guarite perdendo il 20% del peso. Adesso comincerà la sperimentazione sull'uomo. E' ancora presto per dirlo, ma esistono le premesse per una rivoluzione nella cura dei tumori. |