Le stupidaggini dei cattolici talebani sulla presunta“minaccia” L’Agenzia Italiana del Farmaco ha emesso il provvedimento più volte annunciato e finora sempre rinviato: il mifepristone (Mifegyne) noto anche come RU 486 dalla sigla della casa produttrice, potrà essere venduto anche in Italia, come succede ormai in quasi tutti i paesi europei da un decennio e in Francia da più di venti. Le donne che intendono interrompere la gravidanza potranno quindi utilizzare un metodo farmacologico sicuramente meno invasivo e rischioso dell’intervento chirurgico, assumendo un ormone steroideo che provoca l’aborto di solito nel giro di due-tre giorni, con un tasso di efficacia superiore al 90%.
La pillola RU 486, da non confondersi con la pillola giorno dopo (che è invece un metodo contraccettivo, quindi impedisce lo sviluppo della gravidanza), non sarà però disponibile in farmacia, ma solo in ambito ospedaliero, con le procedure previste dalla legge 194 e non oltre la settima settimana di gestazione. L’esperienza degli altri paesi nega il timore dell’aborto facile, dato che in Francia e negli Stati Uniti la diffusione ormai ventennale della pillola, che è oggi il metodo più diffuso, non ha inciso sul numero delle interruzioni di gravidanza, che tendono a diminuire con regolarità.
In Piemonte, il tasso di abortività è leggermente superiore alla media nazionale (10,8 nel 2007) ma in diminuzione più rapida (circa il 5% in meno sul 2006), anche se non tra le straniere (quasi il 40% delle donne che abortiscono). Il Piemonte si distingue per la presenza di consultori pubblici (1 ogni 20.000 abitanti, contro una media nazionale dello 0,7) e per la minore diffusione dell’obiezione di coscienza nel personale sanitario, comunque elevata in cifre assolute soprattutto per quanto riguarda i ginecologi (61,6%). |