L’aborto è solo un problema di donne?
La professione dell’obiettore è fortemente in rialzo sul mercato, i dati parlano chiaro e dicono che i ginecologi obiettori sono in Italia quasi il 70%, mentre nel 2003 erano il 58,7%. Soprattutto al Sud vanno matti per questa obiezione. Sono cifre da capogiro: in Campania sono saliti dal 44,1% all’ 83%, la Sicilia si è distinta passando dal 44,1% al 84,2%. In totale sul territorio nazionale i medici obiettori sono quasi il 70%, rispetto al 58,7% del 2003. Ma veniamo alla “domanda”. Le donne che hanno fatto ricorso alla legge 194, sono calate del 3% rispetto al 2006.
Il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici, Amedeo Bianco, rivendica con orgoglio questa scelta, in linea con il cognome, di obiettare e dichiara con soddisfazione: “Un valore da rispettare e di cui prendere atto”, l’obiezione s’intende. Insomma la domanda scende soprattutto tra le donne istruite, occupate o coniugate, mentre è in salita, guarda un po’, come il dato sulle nascite, se si prende atto che chi ricorre sempre più alla legge 194 sono le straniere, che trovano sempre più difficoltà ad effetture un’ aborto. Pura sperimentazione, attuata solo in sei regioni italiane- Piemonte, Trento, Toscana, Emilia Romagna, Marche, Puglia- rimane l’aborto farmacologico con la pillola RU486.
Stando a questi dati le donne sembrano rimaste tutte gravide come l’Immacolata concezione. Gli uomini sembrano levarsi da torno il problema, lavandosi le mani e invitandoci a pedalare, come l’infelice detto popolare, dal momento che volenti o nolenti siamo andate...in bicicletta. Un problema di donne insomma, tranne in periodo elettorale, ovviamente esclusi i potenti del mondo, temporali e spirituali che continuano a muovere il Mercato delle Vacche, sacre alle bisogna.
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